L’accoglienza nelle Comunità
“S. Angelo d’Acri” e “M. Elena Aiello”

ai sensi del nuovo “REGOLAMENTO PROCEDURE DI AUTORIZZAZIONE, ACCREDITAMENTO E VIGILANZA DELLE STRUTTURE A CICLO RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE SOCIO ASSISTENZIALI, NONCHÉ DEI SERVIZI DOMICILIARI, TERRITORIALI E DI PROSSIMITÀ” approvato dalla Regione Calabria con Deliberazione n. 423 del 09/09/2019

La comunità di accoglienza per adulti in difficoltà maschile “S. Angelo d’Acri” è posta all’interno dell’immobile polifunzionale di Via F. Principe.

La comunità di accoglienza per donne in difficoltà, dal 31/05/2017, si trova nella struttura recentemente realizzata “Casa Madre della Misericordia” in Via R. Montagna.

Tipologia di Utenza

La Comunità residenziali di CSF sono strutture a carattere comunitario destinate ad accogliere uomini e donne di età compresa tra i 19 ed i 64 anni, con o senza minori, privi del necessario supporto familiare con problematiche psicosociali che abbiano necessità di un aiuto nel percorso di inserimento sociale, secondo le finalità indicate nei piani personalizzati di reinserimento sociale.

Obiettivi

Le Comunità offrono una risposta ai bisogni primari di assistenza e promuovono azioni di sostegno al percorso di recupero o di acquisizione dell’autonomia e della capacità di autogestione dell’ospite, anche attraverso la sua attiva partecipazione alla gestione del servizio, alle dinamiche di gruppo ed alla condivisione della vita Comunitaria quotidiana. Le strutture sono caratterizzate da un’organizzazione flessibile e sono articolate in gruppi omogenei per composizione, con attività che favoriscono la partecipazione dell’ospite alla vita Comunitaria ed alla realtà sociale, culturale, relazionale e lavorativa del territorio di riferimento, e contribuiscono alla fruizione di tutti i servizi presenti nel territorio.

Tipologia di Servizi

Nelle Comunità di accoglienza sono assicurati i seguenti servizi e prestazioni:
  • alloggio e pasti;
  • interventi di sostegno e di sviluppo dell’autonomia e della capacità di autogestione realizzati attraverso il lavoro di gruppo e finalizzati all’inserimento o alla preparazione all’inserimento ed al reinserimento sociale;
  • interventi di mediazione culturale concordati e programmati in relazione alle specifiche esigenze degli ospiti;
  • azioni di supporto alla fruizione dei servizi territoriali;
  • prestazioni sociali e sanitarie concordate e programmate con i servizi territoriali, in relazione alle specifiche esigenze.

Requisiti organizzativi

L’organizzazione delle struttura prevede l’attiva partecipazione degli ospiti alla gestione del servizio ed alla realizzazione degli interventi. Il funzionamento delle strutture è previsto per l’intero arco dell’anno. Le Comunità offrono una risposta specifica a situazioni di disagio sociale attraverso l’ospitalità ed il sostegno temporaneo, con la finalità di dare un supporto alla persona fino alla soluzione della criticità relativa all’emergenza. Se gli obiettivi previsti nel piano personalizzato non sono raggiunti entro i 12 mesi successivi all’ammissione, nonostante l’utente si sia pienamente impegnato nella sua attuazione, per le finalità propria della struttura, essi sono riconsiderati all’interno di un nuovo progetto di riabilitazione sociale da parte del Servizio sociale di riferimento, anche allo scopo di fornire un sostegno attraverso una differente tipologia di servizio.

Requisiti professionali

Nelle strutture di CSF operano le seguenti figure professionali:

  • Direttore Generale
  • Responsabile dei servizi di accoglienza
  • Coordinatori di struttura;
  • Assistente sociale;
  • Educatori e Operatori Socio Sanitari: n. 9 unità totali;
  • Psicologa;
  • Mediatore linguistico-culturale,

Figure professionali aggiuntive sono previste in funzione delle attività laboratoriali, ricreative ed educative proposte dalle strutture.

Modalità di Accesso

Spetta al Comune di Cosenza, in qualità di Comune Capo Ambito, il compito di autorizzare l’ingresso e assumere gli oneri di copertura economica dei servizi.

L’accesso dell’utente nelle strutture di CSF, di norma può avvenire solo dopo la presa in carico dello stesso utente da parte del Servizio Sociale Professionale dell’Ufficio di Piano del detto Comune Capo Ambito.

Per motivi d’urgenza, le procedure di accoglienza possono essere derogate su disposizione dell’Autorità di Pubblica Sicurezza, che ha l’obbligo di informare il Comune di residenza dell’utente entro 24 ore dall’avvenuta accoglienza per l’adozione del provvedimento consequenziale.

Al fine di assicurare il mantenimento dei rapporti affettivi e sociali, salvo i casi di incompatibilità territoriali previsti dall’AA.GG., l’Ufficio di Piano, che prende in carico l’utente che necessita di assistenza e tutela, dopo aver preso in considerazione la possibilità di interventi alternativi all’istituzionalizzazione, può procedere all’inserimento tra le strutture disponibili sul proprio territorio di competenza, nel rispetto dell’eventuale scelta dello stesso.

Ai sensi dell’art. 6 della LEGGE REGIONALE n.23/2003 e s.m.i. il collocamento dell’utente nella Struttura, avviene a fronte di un preciso e motivato progetto elaborato dal Servizio Sociale Professionale dell’Ufficio di Piano costituito c/o il Comune Capo Ambito nel quale dovranno essere previsti:

  • obiettivi;
  • progetto mirato al recupero complessivo della situazione al fine del superamento, ove possibile, dello stato di bisogno con indicazione della tempistica;
  • verifica dei risultati;

Il periodo di accoglienza nelle strutture è commisurato al raggiungimento degli obiettivi nei tempi indicati dal progetto.

A seguito della verifica dei risultati, tale termine, fatto salvo i casi previsti dalla L. 149/2001, potrà essere eventualmente rinnovato previa presentazione di una nuova domanda da parte dell’utente e valutazione documentata del Servizio Sociale Professionale dell’Ufficio di Piano del Comune Capo Ambito, che provvederà a redigere un nuovo piano.

Per l’accesso nelle strutture oltre alla Relazione sociale con valutazione del bisogno, bisogna acquisire, una Relazione sanitaria redatta dal medico curante dell’assistito o da altro specialista dalla quale risulta la compatibilità all’inserimento nella struttura socio-assistenziale.